Perché nasce il comportamento aggressivo?
Sembrerebbe che la reazione aggressiva del bambino possa essere vista secondo due diverse ottiche.
Da una parte può essere letta come un insieme di comportamenti reattivi a situazioni che il bambino vive come stressanti e frustranti. Un brutto voto a scuola, una sconfitta nel gioco, il rifiuto dei genitori di comprargli un giocattolo possono scatenare nel bambino una reazione di intensa aggressività.
Dall’altra parte il comportamento aggressivo può essere considerato come un modo per affermare il proprio Se, la propria personalità e soprattutto come la modalità privilegiata di comunicare con l’ambiente circostante le proprie esigenze. L’intenso pianto del bambino piccolo, per esempio, che suscita l’accorrere della mamma ha dato i suoi frutti.
Comunque lo si ipotizzi il comportamento aggressivo è dunque parte integrante della nostra esistenza.
Ciò che fa la differenza, quello cioè che porta genitori a rappresentarsi questo aspetto come un problema, sono la percezione della frequenza dei comportamenti aggressivi, l’interpretazione che se ne da e le conseguenze che queste azioni possono avere sulla sfera sociale del bambino.
Infatti se è normale che il bambino gestisca alcune situazioni per lui difficili in modo aggressivo per farsi capire dagli altri oppure per affermare le proprie esigenze, altrettanto non si può dire quando il bambino reagisca “sempre” in modo aggressivo di fronte alle più diverse situazioni.
In questo caso il comportamento aggressivo può nascondere altro: attirare l’attenzione di genitori presi da altro, aumentare un’autostima carente, esprimere un blocco nello sviluppo evolutivo che non riesce a trovare forme di espressione più mature, rappresentare attraverso la rabbia la tensione familiare.
www.centroamamente.it
Etichette: neuropsichiatra, infantile, psicologo, psicologico, disturbi, bambini,