CONGRESSO SUI DISTURBI DEL LINGUAGGIO
Disturbi del linguaggio per 250 mila bambini Congresso a Bari
Colpiscono circa l’8% dei bambini in età prescolare (250 mila), mentre in età scolare la percentuale scende fino al 2% (50 mila): una differenza del 6%
che non scompare, anzi generalmente evolve fino ai 14 anni dando vita a disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) e, in misura minore, in disturbi dell’affettività e della condotta: sono i dati sui disturbi specifici del linguaggio (DSL) discussi nel corso della conferenza stampa di presentazione del IX Congresso Nazionale della Federazione Logopedisti Italiani che si è tenuta a Bari dal 20 al 22 maggio.I DSA rappresentano le difficoltà di molti bambini in età evolutiva a imparare a leggere, scrivere e a fare i conti in assenza di deficit cognitivi, sensoriali e psicologici. I DSA, quindi, non sono una “malattia”, ma un disturbo che, se non riconosciuto e trattato, può comportare un impatto negativo per l’autostima e la qualità della vita scolastica e famigliare del bambino. Tra i DSA la dislessia assume un ruolo fondamentale perché è il più ‘invalidante’ e anche il più visibile, in quanto caratterizzato da difficoltà a effettuare una lettura rapida e/o accurata. Questo problema è inatteso in rapporto alle altre abilità cognitive, in quanto l`intelligenza è integra, e non è spiegabile in termini di inadeguata istruzione scolastica, o dalla presenza di deficit visivi o neurologici. “Ogni genitore può notare difficoltà di apprendimento del bambino già nel primo anno di scuola. Già dopo pochi mesi è infatti riscontrabile un`incapacità di riconoscimento delle lettere, lentezza eccessiva nella lettura, molti errori nella scrittura - spiega la presidente FLI Tiziana Rossetto -. La diagnosi di dislessia avviene generalmente in seconda elementare, ma alcuni interventi sulla fonologia e codifica scritta dei suoni alfabetici e sulla loro analisi visiva si possono già svolgere a metà anno della prima classe. Interventi precoci di questo tipo rendono automatici e più veloci i processi di apprendimento. Viceversa, in presenza di disturbo diagnosticato in seconda elementare o più tardi, il trattamento riabilitativo è immediatamente necessario”.Secondo i dati presentati al ministero della Salute all’interno del gruppo di lavoro sulla revisione delle linee guida della riabilitazione, "mancano riferimenti epidemiologici affidabili e omogenei a livello nazionale", spiega Anna Giulia De Cagno, vicepresidente FLI . "Per questo la Federazione dei Logopedisti, in accordo con le maggiori associazioni in Italia coinvolte nei DSA ha creato un Comitato Epidemiologico Nazionale che sta conducendo uno studio proprio su questi disturbi". Le ripercussioni psicologiche e sociali, quindi non solo scolastiche possono essere molte. Come spiega Luigi Marotta, logopedista al Dipartimento di Neuroscienze dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, "quelle psicologiche più frequenti sono un basso livello di autostima, un alto grado di frustrazione, un senso di inadeguatezza personale e sociale ed anche una scarsa motivazione al cambiamento. A livello scolastico, in assenza di un intervento precoce, le conseguenze più rilevanti possono andare dalla difficoltà di accesso ai saperi minimi previsti dal programma ministeriale a veri e propri fenomeni di inadeguatezza sociale, sino ad arrivare al fenomeno della dispersione scolastica e allo scarso successo nel mondo del lavoro, come più volte segnalato dal ministero dell’Istruzione”.Tra i DSA, la dislessia assume un ruolo fondamentale perché è il più ‘invalidante’ e poco conosciuto. Il bambino dislessico può leggere e scrivere, ma riesce a farlo solo impegnando al massimo le sue capacita e le sue energie, poiché non può farlo in maniera automatica e perciò si stanca rapidamente, commette errori, rimane indietro, non impara. “Questo disturbo – spiega Cristiano Termine, membro del direttivo dell’Associazione Italiana Dislessia (AID) – interessa il 4% della popolazione generale con una lieve prevalenza per il sesso maschile.
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