FIGLIO UNICO: QUALI SFIDE

Oggi più del 46 % delle famiglie italiane Sceglie di fermarsi al primo figlio. Una scelta
fortemente ancorata a stereotipi e pregiudizi legati sia alla genitorialità sia all'essere figlio. Spesso i figli unici o i loro genitori sono protagonisti dei giudizi di ogni tipo: il bimbo diventerà viziato, asociale o isolato, prepotente o timido..,


questi giudizi negativi hanno trovato ad oggi poco riscontro dalla comunità scientifica.


Non è dimostrato che esiste una tipicità dell'essere figlio unico, semmai é possibile riscontrare alcune  caratteristiche psicologiche ricorrenti dettate da una differenza nel rapporto nelle dinamiche tra genitore e figlio, portatrici di stili educativi e culturali differenti  che variano a loro volta da famiglia a famiglia E che fanno del bambino un individuo unico e irripetibile.

vorrei a questo punto soffermarmi su alcuni pregiudizi al fine di cogliere la specificità di ogni bambino e di ogni famiglia.


"Il figlio unico È viziato e capriccioso"


Questa affermazione é sicura la più frequente: Da genitori dovremmo imparare a capovolgere il punto di vista e trasformare un giudizio sterile in un messaggio o un bisogno autentico del bambino che possiamo scegliere di accogliere o meno.

il figlio unico può richiedere determinate Attenzioni, tempo, risorse esclusive, e una particolare disponibilità all'ascolto del genitore. Rispondere a tali bisogni non significa viziare ma stare in ascolto attivamente. Piuttosto che le etichette attribuite ai bambini Esiste  l’incapacità Del genitore o dell'adulto di comprendere i reali bisogni del figlio e di rispondervi in modo adeguato e coerente. Non esistono bambini viziati, o egoisti, ciò che Esiste invece é il disagio o la difficoltà di un bambino e il suo tentativo di richiedere l'attenzione di un genitore distratto o poco attento ai suoi reali bisogni (emotivi, relazionali, biologici..).



Rispetto ai bambini che hanno fratelli, esistono alcuni rischi ai quali i  figli unici possono essere più esposti durante il percorso di crescita, non tanto per loro caratteristica intrinseca ma come conseguenza di uno stile genitoriale distratto o iper coinvolto, ansioso o iperprotettivo.


- La noia e la solitudine possono costituire alcune delle emozioni ricorrenti nella vita di un figlio unico, ma non ne sono esenti i figli con fratelli, magari distanti per etá e interessi. In alcuni casi il figlio unico che vive in una realtà povera di relazioni puó ricorrere a un mondo intimo fantasioso come fuga da una realtà ripetitiva o povera di relazioni, che non lo sostiene nella sua atostima e nella sua autonomia. In alcuni casi l'autostima puó essere minata, in altri casi la noia puó dare avvio a un processo di scoperta, indipendenza e crescita intellettiva.


- L'iperprotettivitá del genitore sul bambino puó manifestarsi  nella selettività delle relazioni e delle amicizie. Genitori  iperpotettivi rischiano di ostacolare l'autonomia dei figli e la lori capacità di adattamento nel gruppo dei pari e nelle situazioni nuove. Spesso il figlio unico preferisce la compagnia esclusiva di un amico o un'amica. Tale amicizia puó essere molto stimolante ma in quanto esclusiva puó condurre a momenti di crisi in cui inevitabilmente verrá a mancare.


- un bambino che accentra totalmente le attenzioni  della famiglia e che ritrova in essa ogni immediato soddisfacimento ad ogni suo bisogno, puó avere difficoltá a tollerare la frustrazione, nell'attesa e nel fallimento, anche piccolo. Il bambino (figlio unico o primogenito) puó essere investito dal genitore di aspettative e responsabilitá troppo grandi o irrealistiche e vivere uno stato continuo di ansia  da prestazione, che lo porta a percepirsi come inadeguato e a ricercare continue conferme.


Il ruolo findamentale del genitore é quello di rispettare il bambino, che significa anche fare attenzione a non sostituirsi a lui nelle sue scelte o nei compiti che potrebbe svolgere facilmente o con un minimo di impegno. Il genitore ha il compito di promuovere la sua iniziativa, la sua autonomia e creativitá, senza intromettersi nei giochi e nelle attivitá in maniera direttiva, facendo un passo indietro nell'organizzazione di ogni aspetto della sua vita e nell'iperprotezione rispetto ai rischi che inevitabilmente correrá o negli ostacoli che incontrerà . Ció permette al bambino di crescere sano e sicuro, capace di affrontare qualunque situazione in autonomia.


- assecondate gli interessi del bambino, aiutandolo a integrarsi in gruppi sportivi extrascolastici


- organizzate con il bambino alcuni pomeriggi di gioco con i compagni o altri, meglio se all'aperto. Se vivete in un paese non demonizzate i giochi di strada, se vivete in una cittá scegliete sempre lo stesso parchetto e fate amicizie con le mamme di coetanei. Se sarete socievoli anche il vostro bimbo lo sarà e crescerá libero da paure e preoccupazioni


- prevedete momenti di distacco dal piccolo nucleo familiare: permettete che vostro figlio partecipi a feste, pigiama party, gite, che frequenti attivitá extrascolastiche e la casa di amici e parenti.

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www.milanologopedista.it

Dott.ssa Anna La Guzza